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Dio non ha mai ordinato a nessuno di essere stupido
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Il disco parte con la titletrack, classico pop-punk ingenuo e cazzaro anni '90, direi una delle migliori del disco: è probabilmente il singolo che tutti vorrebbero lanciare su Mtv all'epoca. È orecchiabile e si fissa immediatamente in testa, complice anche una melodia ben congegnata Si continua con lo stesso stile in A Praise Chorus e The Middle (l'inno alla musica ) ma già la parabola è leggermente discendente. Poi c'è la prima ballad del disco, Your House, costruita su un bell'intreccio basso-acustica, che però è ripetuto per quasi 5 minuti, facendo diventare un po' pesante la traccia. Si torna sullo stile delle prime tre con Sweetness, poi di nuovo una ballad: Hear You Me, a mio parere la migliore del disco. Dopo la prima metà, l'album comincia decisamente a scadere nel ripetitivo, tanto che dopo qualche ascolto ho cominciato a saltare If You Don't Don't e Cautioners. Con The Autority Song scatta la follia omicida, fortunatamente sedata dal conclusivo e quasi soporifero lento My Sundown.
In conclusione si può dire che non sia un disco che ha portato qualcosa di nuovo, nè che sia roba vecchia però fatta bene.
VOTO: 5
Tracklist:
1."Bleed American" – 3:02
2."A Praise Chorus" – 4:03
3."The Middle" – 2:46
4."Your House" – 4:46
5."Sweetness" – 3:40
6."Hear You Me" – 4:45
7."If You Don't, Don't" – 4:33
8."Get It Faster" – 4:22
9."Cautioners" – 5:21
10."The Authority Song" – 3:38
11."My Sundown" – 5:40. -
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mamma mia che porcheria .