[LIVE REPORT] - Return of the Gods Bologna 02/07/2023

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    El Psy Kongroo

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    Dopo gli adeguati preparativi si parte per un viaggio di due ore in una giornata che già di suo è calda e diventerà incandescente fino a sera inoltrata.
    Il viaggio scorre bene e in 2 ore sono con un amico in quel di Bologna, lo stesso non si può dire di altri amici che partiti mezz'ora dopo si trovano infognati in autostrada con due incidenti e si perdono di fatto i primi due gruppi
    Dopo il salasso del parcheggio (15 euro, pare il nuovo trend visti i 25/30 euro del giorno prima a Padova per i Rammstein e i 20 per i Pinguini Tattici Nucleari a Venezia) che si rivelerà poi un incubo a fine serata (un'ora per uscirne) entro sul retro della collinetta della Joe Strummer Arena con la già netta divisione tra pezzenti che hanno comprato il biglietto del campo e gli aspiranti suicidi che hanno deciso di pagare a caro prezzo il pit fatto di sole, niente ombra e sabbia.
    Come al Rock the Castle di Villafranca abbondano i carretti di street food con vari tipi di cucina, chioschi di birra ben organizzati, stand con acqua gratuita e merchandising che in realtà ho trovato un pò deludente per quantità, ma 2 magliette sono comunque venute a casa, anche qui i prezzi sono saliti.

    Mi apposto con il mio panno da pic-nic 2x2 leggermente spostato sulla sinistra rispetto al centro del palco a metà collinetta e da lì non mi scollo se non per rinfocillarmi.
    Quache minuto di attesa dopo la prima birra e gli acquisti salgono sul palco i nostrani Sadist, che come lo scorso anno a Villafranca hanno il pregio e difetto di suonare per primi sotto un caldo che si fa già sentire in tutto il suo infernale tepore. Suoni non eccelsi, come spesso accade a inizio concerto e con una leggera brezza che peggiora le cose, ma tutto sommato sotto al palco c'è già un pò di fervore e la band ligure fa il suo come sempre con il loro grezzo death metal ricordando che quella del metal è una grande famiglia. Concerto iniziato puntuale e puntualmente finisce anche la loro mezz'ora di esibizione che direi ha soddisfatto i presenti

    Scaletta
    Breathin' cancer
    Season in silence
    One thousand memories
    Tribe
    Tearing away
    Accabadora

    Dopo mezz'ora ecco puntuale la seconda band, gli americani Vektor di cui non sapevo assolutamente un cazzo, con il loro logo alle spalle che ricorda e non poco quello dei più famosi cugini canadesi Voivod. I 4 dell'Arizona propongono un progressive-technical thrash metal che con i suoni del cazzo di inizio concerto sono ovviamente stati un potpourri di merda con suoni incomprensibili per praticamente tutta la loro esibizione, di gran lunga la peggiore dell'intera giornata (non del tutto a causa loro). Diciamo anche che la lunghezza media dei loro brani non ha nemmeno aiutato visto che in mezz'ora hanno proposto appena 4 brani.

    Scaletta
    Charging the void
    Black future
    Tetrastructural minds
    Recharging the void

    Altra mezz'ora di pausa e si alza decisamente il tiro con quello che ritengo sia un vanto italiano, quei Fleshgod Apocalypse che in Italia non godono ancora del successo che hanno fuori dai confini. Viste le prime due esibizioni il timore era quello di un'esibizione compromessa dai suoni, ma fin da subito invece le cose sono letteralmente cambiate, la prima canzone soffre ancora dei suoni non perfetti ma poi finalmente tutto va per il meglio. Fin da subito qualcosa comunque manca e infatti ci ritroviamo con una chitarra in meno, si sente ma alla fine i restanti 5 membri fanno al meglio delle loro possibilità con un Eugene Ryabchenko pressochè perfetto dietro alle pelli martellando da cima a fondo dell'esibizione, la voce di Veronica Bordacchini che il suo lo fa (tra alti e bassi dei volumi) e quella maschine di un Francesco Paoli in forma dopo il terribile incidente che lo ha coinvolto nel recente passato che sembra fin troppo cattiva rispetto alle versioni registrate. L'unica cosa terribile però si materializza a circa dieci minuti dalla fine della loro esibizione, quando viene proiettato alle spalle del quintetto umbro un video di Nergal e company dove annunciano che non presenzieranno a Bologna causa ritardi prima e cancellazione definitiva poi del volo. E i rosari di bestemmie raggiungono i cieli.

    Scaletta
    Fury
    Healing through war
    Sugar
    Minotaur (The wrath of Poseidon)
    No
    The violation
    The fool
    The egoism
    The forsaking

    Stavolta la solita attesa di mezz'ora diventa attesa di un'ora, forse figlia dell'annuncio appena fatto e dei suoni comunque ancora tutti da registrare, (nel frattempo è stato riproposto video dei Behemoth per la gioia di tutti coloro che lo avevano già visto durante l'esibizione dei Fleshgod Apocalypse e lo sconcerto di quelli che ancora non ne erano al corrente), arriva il turno degli svizzeri Coroner, con la loro ventata di thrash old school che fa ben presto dimenticare la doccia gelata per la band polacca, anche grazie finalmente a dei suoni all'altezza della situazione da inizio a fine esibizione. Sul palco non c'è gran movimento, ma a livello musicale siamo su un altro pianeta, con un'esibizione che non ti aspetteresti da una band il cui ultimo album compiva quest'anno 30 anni. Il trio svizzero quest'oggi si esibivano assieme ad un tastierista che bene ha reso il suono psichedelico che contraddistingue alcuni lavori degli elvetici.
    Chissà quanti dei presenti erano lì per i Coroner, sta di fatto che per me e la mia combriccola era uno dei motivi del festival e probabilmente ne sono usciti più fan di quanto ne sono entrati. A questo punto non ci resta che aspettare l'uscita del loro prossimo (e forse ultimo) album che per quanto visto sul palco fa ben sperare

    Scaletta
    Golden cashmere sleeper, Part 1
    Internal conflicts
    Serpent moves
    Divine step (Conspectu mortis)
    Semtex revolution
    Status: still thinking
    Masked jackal
    Grin (Nails hurt)
    Reborn through hate

    Altra mezz'ora di pausa e stavolta di esce dai canoni di quella che è un pò tutta la giornata, con gli Elegant Weapons e le loro sonorità puramente heavy che molto richiamano ai Judas (e grazie al cazzo visto che c'è Faulkner). Un unico album per questa formazione di recente composizione, album riproposto per intero durante il tempo a loro concesso e, forse vista la giornata a prevalenza sonorità pesanti, non gradita da tutti. Si parte con la colonna sonora di Terminator 2, a metà ci sono gli UFO con Lights out e si chiude con la cover di War Pigs degli immortali Black Sabbath, a ragion veduta la più partecipata dai presenti sotto il palco e non

    Scaletta
    Terminator 2 theme
    Do or die
    Blind Llading the blind
    Horns for a halo
    Dirty pig
    Dead man walking
    Lights out
    Downfall Rrsing
    Bitter pill
    White horse
    War pigs

    Altra pausa e finalmente si va verso il gruppo principale per cui sono andato a Bologna, quei tedeschi Kreator il cui cantante e fondatore non tarda a ricordare le origini italiche del padre. Mi rendo conto che il quartetto sta per salire sul palco quando odo le note di Sergio Corbucci Is dead che fa da intro alla nuovissima Hate uber alles che subito mette a dura prova il pit, con un polverone sollevato che sarà una costante durante tutta l'esibizione dei thrasher d'oltralpe. Suoni finalmente duri, corposi, violenti, i bassi fanno tremare il terreno sotto al culo e la mia anima finalmente è in pace dopo l'incazzatura per i Behemoth, la cui assenza ha permesso ai fan dei Kreator di poter assaporare un'esibizione più lunga durante la quale la band sul palco ha omaggiato la sfiga dei polacchi dando contro le compagnie aeree dedicando loro Strongest of the strong. Il caldo si fa ancora sentire e Petrozza tra una canzone e l'altra è visibilmente provato tanto che non nasconde il fiatone, ma appena riparte la musica sembra riprendersi magicamente e la folla di scatena. Si susseguono in sequenza ben 17 tracce per un totale di un'ora e mezza di puro thrash come si deve per la felicità di grandi e piccini. O vecchi e meno vecchi.
    Un plauso ai suoni che ben hanno distinto le sonorità degli ultimi vent'anni da quelle più vecchie come Extreme aggression e Pleasure to kill.

    Scaletta
    Sergio Corbucci is dead
    Hate über alles
    People of the lie
    Awakening of the gods
    Enemy of God
    Betrayer
    Phobia
    Satan is real
    Hordes of chaos (A necrologue for the elite)
    Hail to the hordes
    666 - World divided
    Mars mantra
    Phantom antichrist
    Strongest of the strong
    Extreme aggression
    Terrible certainty
    The patriarch
    Violent revolution
    Flag of hate
    Pleasure to kill

    Finalmente sta scendendo il buio e qualche grado in meno fa finalmente tirare il fiato dopo un'esibizione pazzesca. Ma se prima si è assistito ad una certezza, ora c'è il dubbio di molti su cosa sarà l'esibizione di Phil Anselmo e Rex Brown accompagnati da Zakk Wylde e Charlie Benante, non proprio gli ultimi degli arrivati. Anselmo si presenta sul palco a piedi nudi e non è più esagitato come ai bei tempi quando probabilmente volava dal palco una canzone sì e l'altra pure, ma la voce c'è ed è sicuramente più attivo di non qualche anno fa al Rock the Castle dove si sapeva non era al meglio ma ha voluto comunque essere presente. E tra un orgasmo e un amplesso delle donne alla visione paradisiaca del braccio muscolo di Wylde ben ripreso dalle telecamere e proiettato sugli schermi ai lati del palco, l'esibizione di questi Pantera a metà ha poco da invidiare a quelli con i fratelli Abbott, con Benante che alla batteria sembra veramente il compianto Vinnie Paul, mentre il chitarrista (stavolta privo di kilt) non è esattamente Dimmebag ma di sicuro non lo fa rimpiangere. E quando Anselmo annuncia una canzone che i presenti avranno sentito centinaia di volte, ecco che appaiono sul palco anche i Kreator per cantare il ritornello di Walk. E quando il cantante chiede a quanti erano presenti a concerti dei "vecchi" Pantera e le mani che si alzano sono poche e a quanti erano presenti per i Pantera odierni e le mani tirate su erano decisamente di più, coglie l'occasione per ringraziare quei genitori che negli anni '90 hanno fatto un buon lavoro con i loro figli. Altro siparietto dove i presenti cantano Happy birthday ad Anselmo, fresco 55enne, e sul palco appare una torta per il festeggiato.
    Quando tutto sembra finito con Cowboys from Hell, ecco che arriva pure Yesterday don't mean shit, con Phil che chiude ricordando che solo una cosa conta, ossia "And she's buying a starway to Heaven" cantata da tutti i presenti.
    Sono le 22.45, mi aspettavo una durata maggiore ma tutto sommato sono soddisfatto della giornata, anche se l'assenza dei Behemoth è pesata non poco. Biglietto caro ma tutto sommato ci può stare, nulla da dire sull'organizzazione della quale non ho trovato difetti (se non l'assurdità delle regole di sicurezze in Italia molto più restrittive che all'estero)

    Scaletta
    In Heaven (Lady in the radiator song)
    A new level
    Mouth for war
    Strength beyond strength
    Becoming
    I'm broken
    Suicide note Pt. II
    5 minutes alone
    This love
    Fucking hostile
    Cemetery gates
    Planet caravan
    Walk
    Domination / hollow
    Cowboys from Hell
    Yesterday don't mean shit
     
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    Sempre bello leggere dei live report, ma sono sincero, di questi Pantera non me ne frega nulla
     
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    CITAZIONE (necronomicon @ 13/7/2023, 11:40) 
    Sempre bello leggere dei live report, ma sono sincero, di questi Pantera non me ne frega nulla

    Io ci sono andato per Kreator, Coroner, Fleshgod Apocalypse e Behemoth, per i Pantera più che altro curiosità
     
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    Per carità, in fondo ci sta che noi che eravamo troppo giovani per certi gruppi decidiamo che recuperarli dopo.
     
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    CITAZIONE (necronomicon @ 13/7/2023, 11:40) 
    Sempre bello leggere dei live report, ma sono sincero, di questi Pantera non me ne frega nulla

    Pensa quanto è strana la vita... io ci sarei andato SOLO PER LORO :D :D :D

    Quando ero ancora TRVE i Pantera erano, se non il mio preferito, ma sicuramente sul podio dei miei gruppi preferiti, Walk, Cowboys from Hell, THis Love (ma soprattutto Cemetery Gates) fra i miei pezzi metal preferiti di sempre, e... niente, dire che sono (o meglio ERO ) un loro fanboy è riduttivo, e fortuna vuole che del gruppo originale il mio "pezzo" preferito fosse proprio il buon Phil ^_^

    Per cui, alla notizia che avrebbero suonato dal vivo (si, ok, una band che non è la "VERA BAND APPROVATA DAL COMITATO DEGLI HARDCORE FAN" (TM), specifichiamo a scanso di equivoci :P :D ), ero andato in sollucchero, specialmente pensando a CHI avrebbe sostituito il più feroce e selvaggio dei fratelli Abbot, ossia un altro dei miei eroi di sempre e miti ancora oggi, il buon vecchio Zakk Wylde.

    Quindi non vi immaginate quanto mi sono mangiato le dita ad essermeli persi.

    degli altri ammetto di essere troppo fuori dal tunnel del metal per crucciarmi, perdonatemi...
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    El Psy Kongroo

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    The Beach Strummer posso solo dirti che dovrebbero mettere l'esibizione dei Kreator come esempio nei vocabolari alla parola live, non sono più giovanissimi ma hanno spaccato di brutto nonostante una caldo terribile
    Il mio amico al quale avevo regalato il biglietto per il suo compleanno ne è rimasto talmente impressionato che ha detto che tornerebbe a vedere loro piuttosto dei Pantera (che gli interessavano parecchio)
     
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6 replies since 12/7/2023, 20:00   67 views
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