[LIVE REPORT] Abbath + Toxic Holocaust + Hellripper

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    El Psy Kongroo

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    Ci sono alcune domande che la gente si pone da sempre:
    Chi siamo?
    Da dove veniamo?
    Ma soprattutto, Abbath si è finalmente ripulito dall'alcolismo?
    Con questo tarlo nella mente ma la speranza nel cuore affronto il tempo di merda che ha funestato tutto il fine settimana e salpo alla volta dello Slaughter Club di Paderno Dugnano, che finalmente riesco a raggiungere dopo svariate date saltare per un motivo o per un altro.
    L'orario di apertura dei cancelli sarebbe le 19, arrivo poco dopo le 18.30 ma forse vista la già nutrita schiera di avventori al di fuori del locale e con il fatto che occorre tesserarsi per accedere al locale, aprono con una ventina di minuti di anticipo.

    Una volta finite le formalità entro all'interno, con il faccione di Abbath che troneggia in lontananza su un telo dietro al palco. Come al solito dò un'occhiata a cosa offrono gli stand delle band (in quello di Abbath c'era una discreta figa norvegese) e dopo aver fatto spesa attendo il turno del primo gruppo, gli Hellripper, one man band scozzese formata da James McBain che propone un heavy metal contornato di thrash e black.
    Probabilmente c'era molta curiosità nel vedere questo polistrumentista con la faccia da bravo ragazzo, ma già dopo 10 secondi della prima canzone si era capito il leitmotiv dell'esibizione con il pubblico che ha pogato duro fin da subito per tutta la durata del concerto del quartetto sul palco. Le prime tre canzoni potevano dare l'idea che il buon James sapesse proporre solo un tipo di musica, invece poi per fortuna la musicalità dei brani è virata verso altri orizzonti e il tempo a sua disposizione è stato più che adeguato per lo scozzese di proporre i propri lavori.
    Qualche problema con i suoni che ogni tanto stridono fin troppo, ma tutto sommato per essere il gruppo di apertura è andata più che bene.

    Scaletta
    Vampire's grave
    Hell's Rock 'n' Roll
    Nekroslut
    Demdike (In league with the Devil)
    Goat vomit nightmare
    The affair of the poisons
    Bastard of Hades
    The nuckelavee
    From Hell
    All hail the goat
    Headless angels


    Seguono i Toxic Holocaust, che per tutto il tempo non faranno altro che ribadire il loro essere statunitensi infilando Fuck ogni due parole. Proprio come facciamo noi veneti con le bestemmie. Il terzetto di Portland capitanato da Joel Grind in formato Axl Rose, sfoggia il suo thrash fatto di riff veloci che fin da subito, come per il gruppo precedente, scatena il pubblico con il cantante che non lesinerà ringraziamenti alla folla per l'accoglienza e il calore con cui partecipa all'esibizione, tanto da dare il pugno a coloro che vengono scaraventati oltre le transenne (cosa fatta anche da James McBain durante il proprio turno sul palco) dimostrando molto attaccamento a chi assiste ai propri concerti.
    Stranamente non hanno proposto nulla dell'ultimo album, Primal Future: 2019 (datato appunto 2019) e di Hell on Earth, che probabilmente sono i migliori lavori della band.

    Scaletta
    Bitch
    Silence
    Gravelord
    Acid fuzz
    Wild dogs
    I am disease
    War is hell
    In the name of science
    Reaper's grave
    Death brings death
    Nuke the cross
    The lord of the wasteland


    Dopo una lunga pausa, durante la quale viene allestito il palco per gli headliner togliendo la batteria usata dai primi due gruppi e piazzando al suo posto una trasshissima scritta ABBATH catarifrangente, alle 22 poco più, in orario, sale sul palco una quel chitarrista che, nel bene e nel male, ha scritto pagine importanti della storia del black metal (già osannato alla sua apparizione al livello superiore del locale).
    Una volta arrivato al microfono l'ex membro degli Immortal saluta il pubblico, che ora ha riempito lo Slaughter Club, con un teutonico "BUONAZERA" e la consueta voce gracchiante che ci accompagnerà per tutta l'esibizione. E qui purtroppo c'è qualche nota dolente, a partire dai volumi fin troppo alti che in certi momenti manco si riusciva a comprendere cosa stessero suonando (le parti migliori risulteranno infatti quelle lente o con una sola chitarra, come in Tyrants) finendo con l'esibizione troncata dopo un'ora quasi improvvisamente, con il leader del gruppo che dice "Goodnight" e lascia il palco seguito dagli altri membri del gruppo: se inizialmente poteva sembrare la solita scena del gruppo che lascia il pubblico per poi tornare dopo l'esortazione degli avventori (con la folla che invoca Abbath e quest'ultimo che reagisce con un cenno di ringraziamento dal piano superiore), stavolta così non è, tra lo stupore e anche delusione quando dal mix lanciano musica che poco s'incastra con quanto assistito durante la serata. Pare che proprio Abbath non fosse in formissima e che la sua debilitazione lo abbia costretto a ridurre la proposta musicale, che ha previsto un mix tra lavori degli Immortal e del suo gruppo solista.

    Scaletta
    Triumph
    Acid haze
    Dream cull
    Hecate
    Battalions
    Ashes of the damned
    Dread reaver
    In my kingdom cold
    Tyrants
    Nebular ravens winter
    The artifex
    Winterbane
     
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    Bah. Son sincero non spenderei mai soldi per vedermi Abbath a meno che suoni proprio dietro casa mia.
     
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