[PITTORE] Edouard Manet

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    Édouard Manet (Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883) è stato un pittore francese.

    È conosciuto come il padre dell'Impressionismo, sebbene egli stesso non abbia mai voluto essere identificato col gruppo degli Impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Questo perché, per tutta la vita, preferì avere un riconoscimento ufficiale davanti allo Stato mediante l'ammissione al Salon, e non "attraverso sotterfugi", come lui stesso affermò.

    Biografia

    Édouard Manet nacque a Parigi nel 1832 in una famiglia ricca e influente. La madre, Eugénie-Desirée Fournier, era la figlia del principe di Svezia, Charles Bernadotte, dal quale discendono gli odierni principi svedesi. Il padre, Auguste Manet, era un giudice che avrebbe voluto che Édouard intraprendesse la sua stessa carriera. Lo zio, Charles Fournier, lo portava a visitare il Louvre. Il giovane presto espresse il desiderio di entrare alla prestigiosa École des Beaux-Arts, ma come risposta, il genitore lo fece imbarcare su una nave. Il viaggio, che durò più di un anno, fortificò ancor di più le aspirazioni di Manet, che al ritorno ottenne finalmente il permesso di studiare arte presso il celebre pittore Thomas Couture, che aveva ottenuto successo al Salon nel 1850. Lo stile accademico e banalissimo di Couture, però, mal si sarebbero adattati all'indole del giovane Manet, che lasciò il suo maestro polemicamente, dopo sei anni. Passato all'Academie, ebbe modo di seguire le lezioni del celebre Léon Bonnat, e di lì a poco conobbe i suoi futuri compagni impressionisti (Monet, Sisley, Cézanne, Pissarro) ed i letterati ad essi legati (Émile Zola e Stéphane Mallarmé su tutti), coi quali strinse durevoli amicizie.
    Viaggiò in Germania, Italia, Spagna e Olanda dove conobbe le opere di Frans Hals, Diego Velázquez e Francisco Goya.
    Divenne amico degli impressionisti Edgar Degas, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Paul Cézanne e Camille Pissarro, attraverso la pittrice Berthe Morisot, che introdusse l'artista nel gruppo. La Morisot convinse Manet a dedicarsi alla pittura en-plein-air, conosciuta grazie a Jean-Baptiste Camille Corot: fu anche fonte di ispirazione per alcuni spunti tecnici che l'artista introdusse nelle proprie opere. Nel 1874 Berthe sposò il fratello di Manet, Eugène.

    Nel 1863 Édouard sposò Suzanne Leenhoff, una pianista olandese sua coetanea, con la quale aveva già una relazione da dieci anni: Suzanne era stata assunta dal padre di Manet per insegnare a suonare il pianoforte ad Edouard e al fratello minore. Nel 1852 Suzanne ebbe un figlio al di fuori del matrimonio, Leon Koella Leenhoff, il cui padre avrebbe potuto essere uno dei fratelli Manet. Il ragazzo posò più volte per l'artista.

    Nel 1881, su suggerimento di Antonin Proust, amico dell'artista, il governo francese insignì Manet della Legion d'onore.
    Manet morì per sifilide e reumatismi non curati, contratti a quarant'anni (o, secondo alcuni, addirittura in gioventù, quando era imbarcato sulla nave). La malattia gli causò forti dolori e una parziale paralisi negli ultimi anni di vita. Il 6 aprile 1883, dopo un estenuante tira-e-molla, gli venne amputato il piede sinistro, ma l'operazione non servì a risparmiarlo dalla morte, che sopraggiunse quasi un mese dopo, il 30 aprile 1883, dopo un'interminabile agonia sboccata nel coma.
    Le sue ultime parole prima di perdere conoscenza e sprofondare nel coma, furono di rimpianto per l'ostilità del suo avversario Cabanel: "Sta bene, quello!". Venne sepolto nel Cimitero di Passy, ed accanto a lui, anni dopo, saranno sepolti sia il fratello Eugène che Berthe Morisot.

    Attività artistica

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    Olympia




    Nel 1856 aprì il suo studio: in questo periodo, il suo stile era caratterizzato da pennellate libere, dettagli stilizzati e assenza di sfumature. Adottò lo stile realista di Gustave Courbet, in particolare nel dipinto Il bevitore di assenzio (1858-1859) e in altri soggetti come accattoni, cantanti, zingari, persone nei caffè, e combattimenti di tori. Raramente dipinse scene religiose o mitologiche o storiche: un raro esempio è il "Cristo Con Angeli" (1858-1859), conservato al Metropolitan Museum of Art di New York.

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    Il balcone



    Le déjeuner sur l'herbe

    L'opera, realizzata nel 1863, venne presentata al Salon di Parigi, da cui venne respinta: entro lo stesso anno, il dipinto venne esposto al Salon des Refusés, voluto dall'imperatore Napoleone III dopo che il Salon ufficiale rifiutò oltre quattromila opere solo nel 1863.

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    Le dèjeuner sur l'herbe



    La giustapposizione di due uomini ben vestiti e due donne quasi nude fu contestata, non tanto perché conferisce un senso di erotismo ma piuttosto perché rappresentano persone di quell'epoca: le donne rappresentate sono due modelle e i due uomini sono giovani studenti (lo si può notare dal modo di vestire). L'opera venne contrastata anche per la mancanza di prospettiva (il senso di profondità è dato soltanto dalla presenza degli alberi) e dal fatto che non si distinguono bene le varie parti del quadro (non si capisce dove finisca l'erba e dove inizi l'acqua); ciò fa si che i personaggi sembrino sollevati da terra. Il dipinto si distingue anche per il trattamento rapido, quasi da abbozzo, che lo distingueva dai lavori del maestro Gustave Courbet. Allo stesso tempo, la composizione rivela gli studi dai grandi maestri, come la disposizione delle figure che riprende le incisioni di Marcantonio Raimondi, ispirate da Raffaello Sanzio, o La tempesta di Giorgione, che raffigura un uomo in uniforme e una donna nuda che allatta un bambino.
    Le déjeuner sur l'herbe
    Diversamente dal gruppo Impressionista, Manet riteneva che gli artisti moderni dovessero esporre al Salon, piuttosto che abbandonarlo per le mostre indipendenti. Tuttavia, quando Manet venne escluso dall'esposizione internazionale del 1867, organizzò una propria mostra personale.
    Sebbene i suoi lavori influenzarono e anticiparono lo stile impressionista, non volle essere coinvolto nelle mostre del gruppo, da una parte perché non voleva essere considerato come rappresentante del gruppo, dall'altra perché avrebbe preferito esporre al Salon.
    Manet realizzò diversi dipinti raffiguranti scene di bar, fresche osservazioni della vita sociale del XIX secolo a Parigi: persone che bevono, ascoltano musica, si corteggiano, leggono, aspettano. Molti di questi dipinti sono basati su rapidi studi dal vivo: spesso l'artista si recava alla Brasserie Reichshoffen, sul boulevard de Rochechouart, oppure al ristorante lungo la Avenue de Clichy, Pere Lathuille, dove si poteva pranzare all'aperto.

    Un altro soggetto trattato erano le attività della borghesia, come i balli in maschera o le corse campestri, oppure le strade o le stazioni di Parigi.

    Nel 1882, Manet realizzò Il bar delle Folies-Bergère e lo espose al Salon dello stesso anno.

    Curiosità

    * Nonostante l'amico dottor Gachet gli avesse sconsigliato di farlo, Manet si fece amputare la gamba in casa, per la precisione sul grande tavolo del salotto, dopo esser stato cloroformizzato. I medici, andandosene, lasciarono l'arto amputato dietro il paravento del caminetto, dove Leon Koella, volendo accenderlo, lo trovò.
    * Nonostante la reciproca complicità, era celebre l'antipatia personale che Manet provava per Cézanne, il quale, a sua volta, lo ricambiava con altrettanta scortesia. È divenuta celebre la frase con cui quest'ultimo una volta lo salutò: "Non le stringo la mano, monsieur Manet, perché è una settimana che non la lavo".
    * Manet ebbe fama di donnaiolo, e tra le sue conquiste va annoverata Mèry Laurent (che fu poi musa di Stephan Mallarmè). La stessa Berthe Morisot si era invano innamorata di lui, al punto tale di sposarne il fratello Eugéne pur di stargli vicino, e dando luogo a furibonde scene di gelosia, in particolar modo quando Manet prese come allieva l'avvenente Eva Gonzalez.
    * Provava molto disturbo per la sua quasi omonimia con Monet, che era motivo di equivoci per il pubblico.
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    Bellissimi quadri e grandissimo pittore!!!!
     
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    Il bevitore di assenzio (Le buveur d'absinthe) è un dipinto ad olio su tela (180,5 x 105,6 cm) realizzato nel 1856 dal pittore impressionista francese Édouard Manet. La tela è conservata alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.

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    Questa è la prima opera originale dell'artista, ancora giovane all'epoca. Lo stile chiaramente realista e prosaico della tela costituisce simbolicamente una vera rottura con la formazione ricevuta da Manet dal suo maestro precedente, Thomas Couture. Si può anche notare la forte influenza dell'arte pittorica spagnola, in particolare di Diego Velázquez e del suo Menippo
    La fattura audace di quest'opera riuscì a convincere Charles Baudelaire del talento del suo giovane amico
     
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    Il chitarrista spagnolo (Le chanteur espagnol) è un dipinto ad olio su tela (147,3 x 114,3 cm) realizzato nel 1860 dal pittore impressionista francese Édouard Manet. La tela è conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.

    Il dipinto, a causa del suo realismo e del suo esotismo, è caratteristico del periodo spagnoleggiante di Manet, durante il quale egli si ispirò notevolmente all'arte spagnola, in particolar modo a Diego Velázquez.


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    Dal momento che lo stile spagnolo era di moda all'epoca, il Chitarrista permise per la prima volta a Manet di venir accettato ad un Salon nel 1861, dove poté anche esporre il ritratto dei suoi genitori. Il Chitarrista spagnolo ottenne la menzione di «onorevole» non solo da Charles Baudelaire, ma anche da Théophile Gautier, che apprezzò il «colore molto vero» e la «pennellata decisa. Il successo ufficiale di Manet, tuttavia, fu solamente di breve durata e sarebbe stato presto rimpiazzato da scandali ripetuti.
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    Argenteuil è un dipinto ad olio su tela (149 x 115 cm) realizzato nel 1874 dal pittore impressionista Édouard Manet. La tela è conservata al Museo di Belle Arti di Tournai, in Belgio. La tela fu esposta al Salon del 1875.

    La tela rappresenta un canottiere con una giovane donna sulle rive della Senna ad Argenteuil. Essa è una delle prime opere a meritare pienamente l'aggettivo di impressionista, sia per il suo soggetto naturalista sia per il suo stile audace, ad esempio nel blu brillante del fiume.

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    Argenteuil è una delle tele che Manet realizzò durante le sue frequenti visite a Claude Monet, che vi abitava.
     
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    Musica alle Tuileries (La Musique aux Tuileries) è un dipinto ad olio su tela (76,2 x 118,1 cm) realizzato nel 1862 dal pittore francese Édouard Manet. La tela è conservata alla National Gallery di Londra.

    È un primo esempio dello stile pittorico di Manet, ispirato da Frans Hals e Diego Velázquez, ed è un primo segno dell'interesse nella rappresentazione del divertimento che lo accompagnerà per tutta la vita.

    Sebbene alcuni abbiano ritenuto la pittura incompleta, il dipinto trasmette quella che doveva essere l'atmosfera dei giardini delle Tuileries all'epoca e lo spettatore può immaginare la musica e le conversazioni che li animavano.

    350px-MANET_-_Música_en_las_Tullerías_(National_Gallery%2C_Londres%2C_1862)

    In questo dipinto Manet ha raffigurato suoi amici, artisti, scrittori e musicisti oltre ad un proprio autoritratto. Tra i vari personaggi sono presenti Charles Baudelaire, Théophile Gautier, Henri Fantin-Latour, Jacques Offenbach, e il fratello di Manet, Eugène.

    Edited by C@te - 7/6/2015, 22:09
     
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    La cantante di strada (La chanteuse de rue) è un dipinto ad olio su tela (171,3 x 105,8 cm) realizzato nel 1862 dal pittore impressionista francese Édouard Manet. La tela è conservata al Museum of Fine Arts di Boston.

    Nell'opera, la modella preferita dell'artista, Victorine Meurent, è raffigurata nei panni di una cantante che esce da un locale di cabaret a notte fonda, mentre mangia delle ciliegie.

    La scena è stata ispirata a Manet direttamente da un incontro che fece di notte con una donna che corrispondeva esattamente a tale descrizione. Chiedendole immediatamente di posare per lui, la giovane donna rifiutò, e si dice che Manet abbia esclamato: «Se lei non vuole, vorrà Victorine!»

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    Colazione sull'erba (Le déjeuner sur l'herbe) è un dipinto ad olio su tela di cm 208 x 264 realizzato tra il 1862 ed il 1863 dal pittore francese Édouard Manet, è oggi conservato al Musée d'Orsay di Parigi.

    « I pittori, e specialmente Édouard Manet, che è un pittore analitico, non condividono l'ossessione delle masse per il soggetto: per loro il soggetto è solo un pretesto per dipingere, mentre per le masse esiste solo il soggetto. »
    (Émile Zola, 1867)


    Descrizione

    Il quadro venne esposto al Salon des Refusés nel 1863, dopo essere stato rifiutato al Salon ufficiale, provocando uno scandalo. L'accoglienza non fu, infatti, delle più miti: numerosi critici considerarono l'opera volgare, trattandosi di nudi femminili in libertà in compagnia di giovanotti borghesi. Ma non fu solo il soggetto a sollevare lo sdegno degli osservatori: anche la modernità nello stile, dal punto di vista cromatico e compositivo, venne aspramente criticata a Manet.

    Il quadro raffigura una colazione in un bosco, nei pressi di Argenteuil, dove scorre la Senna. In primo piano vi è una donna nuda che guarda verso il pittore, comodamente adagiata su un panno azzurro, probabilmente una parte delle vesti di cui si è liberata. La modella è Victorine Meurent, che posò anche per la figura di donna sullo sfondo, la quale è intenta a bagnarsi nel fiume. I due giovani in primo piano, vestiti elegantemente, sono Gustave Manet (fratello del pittore) e lo scultore olandese Ferdinand Leenhoff, amico di Manet. Nell'angolo in basso a sinistra, giacciono i vestiti delle donne e la colazione da cui l'opera prende il titolo.

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    Nonostante l'impianto compositivo sia di matrice classica, l'utilizzo di abiti moderni gettò scandalo, perché sembrava spogliasse l'opera d'arte dei suoi contenuti elevati. Anche la differenza proporzionale tra la donna sullo sfondo e la barca ormeggiata alla destra venne considerata un'imperizia da parte del pittore: in realtà i morbidi contrasti cromatici e l'utilizzo della prospettiva aerea in chiave moderna inscrivono l'opera nei capolavori del XIX secolo.
     
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    Olympia è un dipinto di Édouard Manet ad olio su tela (130 x 190 cm), realizzato nel 1863. Oggi l'opera è conservata al Musée d'Orsay di Parigi.

    Come aveva già fatto nella Colazione sull'erba, Manet reinterpretò un altro capolavoro dell'arte rinascimentale, la Venere di Urbino di Tiziano, in Olympia, un nudo che richiama anche le prime fotografie da studio. La donna raffigurata è magra, contro la moda del tempo che preferiva una donna "in carne", considerata più attraente.

    Olympia, raffigurata in una posa classica, scioccò anche per il modo in cui il soggetto sembra guardare negli occhi l'osservatore (sguardo di sfida), mentre la cameriera di colore porge un mazzo di fiori da un presunto corteggiatore. Ma il motivo principale per cui il dipinto fece scalpore era la rappresentazione di una donna sul "posto di lavoro" in quanto prostituta (Olympia era infatti un nome molto diffuso tra le prostitute), aspetto sottolineato dal nastrino di raso nero al collo della donna, tipico delle prostitute del tempo.
    Anche se la mano sinistra copre il pube, il riferimento al pudore e alla tradizionale virtù femminile è ironico. La posa volutamente sprezzante, con la mano sinistra premuta sul ventre, ricorda alcune immagini pornografiche del tempo che, con lo sviluppo della fotografia, cominciavano a circolare clandestinamente nei salotti mondani.

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    Il pittore dipinse la donna di colore per creare uno spazio più "normale", in quanto la presenza di una donna bianca avrebbe conferito allo spazio una tonalità troppo "pulita, ideale", troppo chiara insomma. La figura in questione inoltre si può inscrivere in un triangolo simile a quello creato dalle piega del lenzuolo del letto sulla parte bassa a sinistra, in cui Olympia è l'asse che separa specularmente queste figure.

    La Olympia fu esposta al Salon (mostra di artisti contemporanei, presieduta da una giuria che decideva quali quadri esporre) del 1865. I giudici decisero di relegare il quadro in un angolo nascosto della sala, ma questo non impedì all’opera di essere sommersa dalle critiche. Accusato di immoralità (come quando espose Colazione sull’erba, nel 1863), Manet si difese sostenendo di aver attualizzato il dipinto di Tiziano, da lui copiato al Louvre nel 1853.

    Émile Zola, il famoso scrittore naturalista francese, a sua difesa scrisse un pamphlet intitolato Manet sulla rivista La Revue du XXème siècle. Per ringraziarlo, il pittore dipinse nel 1868 il suo ritratto, che però non piacque allo scrittore: infatti Zola apprezzava la sua arte in quanto rivoluzionaria, ma aveva altri gusti
     
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    Il pifferaio (in francese Le Joueur de fifre) è un dipinto ad olio su tela di cm 168 x 98 realizzato nel 1866 dal pittore francese Édouard Manet.

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    È conservato al Musée d'Orsay di Parigi.

    Il soggetto è ispirato alla figura del pifferaio della banda della Guardia Imperiale: alcuni notano una certa somiglianza dei tratti del viso con il figlio del pittore, Léon.

    Il tema del quadro, così come la postura del personaggio, s'ispirano esplicitamente ai ritratti di nani e buffoni precedentemente realizzati da Diego Velázquez. La composizione, invece, richiama le stampe giapponesi, per la sua semplicità e per il netto risalto della figura sullo sfondo uniforme.

    Il rifiuto del Pifferaio al Salon di Parigi del 1866 sarà l'occasione per il giovane autore Émile Zola di pubblicare un articolo che fece molto scalpore su L'Événement, nel quale prendeva le difese del quadro. L'anno successivo, Zola arrivò perfino a consacrare uno studio critico e biografico molto dettagliato a Édouard Manet, al fine di permettere la "difesa ed illustrazione" della sua pittura, che qualificava come "solida e forte" e l'associava - forse a torto - al Naturalismo.
     
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    Ragazzo che soffia bolle di sapone (Les bulles de savon) è un dipinto ad olio su tela (100,5 x 81,4 cm) realizzato nel 1867 dal pittore impressionista francese Édouard Manet. La tela è conservata al Museu Calouste-Gulbenkian di Lisbona.

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    L'opera rappresenta il figlio naturale dell'artista, Léon Koelin-Leenhoff, e si inserisce pertanto nella serie di ritratti che rappresentano Léon, come Bambino con la spada e La colazione.

    Il ragazzo, quindicenne, si diverte a formare bolle da una scodella di acqua e sapone. Questo soggetto può essere interpretato come un simbolo della brevità della vita.
     
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    Corse a Longchamp (Les Courses à Longchamp) è un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1867 dal pittore impressionista francese Édouard Manet. La tela è conservata all'Art Institute of Chicago.

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    Rappresenta una corsa ippica all'Ippodromo di Longchamp. Questo quadro è particolarmente innovativo perchè i cavalli sono rappresentati non di profilo ma di fronte, come se il pittore si trovasse direttamente nel bel mezzo della pista. Il dipinto è perciò impressionista sotto tutti i punti di vista.
     
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    Ritratto di Émile Zola è un dipinto realizzato da Édouard Manet nel 1868. È un olio su tela e misura cm 146 x 114. Viene custodito a Parigi, nel Musée d'Orsay.

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    CITAZIONE (Kitty81 @ 12/7/2009, 23:29)
    Ritratto di Émile Zola è un dipinto realizzato da Édouard Manet nel 1868. È un olio su tela e misura cm 146 x 114. Viene custodito a Parigi, nel Musée d'Orsay.

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    notare sul fondo una riproduzione dell'Olympya... :D
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    CITAZIONE (Shagrath82 @ 12/7/2009, 23:31)
    CITAZIONE (Kitty81 @ 12/7/2009, 23:29)
    Ritratto di Émile Zola è un dipinto realizzato da Édouard Manet nel 1868. È un olio su tela e misura cm 146 x 114. Viene custodito a Parigi, nel Musée d'Orsay.

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    notare sul fondo una riproduzione dell'Olympya... :D

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